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L'Universo è nato a tempo di musica
Il progetto Boomerang e la Teoria dell'Inflazione

 

L’Universo nacque a tempo di sinfonia. Quindici miliardi d’anni fa, un attimo prima del Big Bang, quello che oggi chiamiamo creato si sviluppò da una minuscola regione subatomica che venne gonfiata vertiginosamente grazie alla presenza di particolari onde formate da gas incandescente. Questa l’eccezionale scoperta di un gruppo internazionale di cosmologi guidati dal fisico italiano dell'Università romana "La Sapienza" Paolo De Bernardis e dall'americano Andrea Lange del Caltech.

Si tratta del progetto Boomerang (Balloon Observations Of Extragalactic Radiation and Geophysics), il pallone stratosferico che, già un anno fa,  aveva suscitato grande attenzione perché aveva permesso di  determinare la geometria "piatta" dell'Universo. Questa volta gli scienziati sono stati in grado di fotografare le prime deboli strutture presenti 15 miliardi di anni fa, dimostrando la presenza di onde sonore nell'universo Quando l'universo era 50000 volte più giovane, 1000 volte più caldo e un miliardo di volte più denso di oggi.

Si tratta di una scoperta che da’ supporto alla già conosciuta teoria dell'inflazione, sviluppata più di 30 anni fa dagli astrofisici Yacob Zel'dovich e Jim Peebles, che prevedeva l'esistenza di strutture piccole da cui si sviluppò il tutto. Grazie all'analisi di Boomerang, è stata presentata una immagine ancora più nitida, un’immagine dove è possibile vedere tutti i dettagli delle strutture più piccole presenti nell'Universo primordiale.

"La nuova immagine conferma in modo inequivocabile la presenza delle onde acustiche nell'universo primordiale, le analizza in dettaglio e le trova in accordo con le previsioni del modello dell'inflazione" dice il prof. Paolo de Bernardis dell'Università di Roma La Sapienza, leader dell'esperimento insieme al prof. Andrew Lange di Caltech.

"I barioni, ovvero la materia ordinaria con cui interagiamo tutti i giorni, sono una componente minore dell'universo. La loro presenza però modifica le onde sonore dell'universo primordiale, innalzando le armoniche dispari rispetto a quelle pari:  è un po’ come sentire suonare la stessa nota da un clarino invece che da un flauto" dice il dr. Francesco Piacentini, dottorando a La Sapienza e membro della collaborazione.

"La nuova misura di Boomerang permette quindi di misurare accuratamente la quantità di materia ordinaria presente nell'Universo, che risulta essere il 4% del totale di massa ed energia, in perfetto accordo con le misure di abbondanza primordiale degli elementi" dice il dr. Alessandro Melchiorri, membro teorico della collaborazione oggi all'Università di Oxford.

E.S