Da una ricerca dell’Università di Cardiff, in Galles, è stata trovata una forte correlazione tra i casi di violenza e l’evolversi delle stagioni. La categoria più a rischio, manco a dirlo, sono le donne
La violenza sarebbe un fenomeno legato alle stagioni, con l’acuto massimo in estate e un minimo in primavera. Questo il risultato di uno studio condotto dalla Facoltà di medicina dell'Università di Cardiff e pubblicato su Emergency Medicine Journal.
Uno studio basato sull’esame di 121.000 casi di ricorso alle cure ospedaliere per lesioni dovute ad atti di violenza in 33 reparti di pronto soccorso della Gran Bretagna che ha condotto i ricercatori ad un altro risultato allarmante: un costante aumento della violenza verso le donne.
Sarà il caldo, ma in estate (da luglio a settembre per la precisione) si registra un aumento vorticoso dei casi di violenza. Analizzando i resoconti delle vittime, i ricercatori hanno così potuto notare la particolare frequenza nella distribuzione dei casi. Mentre la categoria maggiormente “protetta” sarebbero gli uomini di oltre i 50 anni, quello sulla crescita costante negli ultimi tre anni della violenza sulle donne è un dato significativo che fa riflettere.
L'età delle vittime sottoposte alla ricerca (per i tre quarti uomini) va prevalentemente dai 18 ai 30 anni, mentre per ciò che concerne il sesso femminile la fascia più esposta sarebbe quella che va da 31 ai 50 anni.
Le informazioni raccolte dall'Università del Wales indicano anche un altra caratteristica: oltre il 95% delle persone che hanno subito attacchi violenti si rivolge al pronto soccorso. Alla polizia, invece, finiscono poche denunce: un decimo del totale. Insomma, se uno vuole effettivamente studiare cosa sta avvenendo nella società deve basarsi maggiormente sui dati degli ospedali rispetto a quelli di Pubblica sicurezza.
A cura di Eugenio Sabatini