GENETICA
"Ci vorranno 10 anni per vedere cambiamenti"
Parla il genista Bruno della Piccola

 

Un passo avanti importante ma ci vorrà almeno un decennio per vedere cambiare le cure: il genetista Bruno Dalla Piccola ne è certo. I risultati del Progetto Genoma che verranno comunicati lunedì segnano solo la prima tappa di un percorso di ricerca ancora lungo e faticoso.

''La gente non si aspetti - ha detto - di vedere presto cambiare la propria vita''. ''Il fatto che il numero dei geni sia significativamente più basso rispetto a quello che ci si attendeva all'inizio - ha spiegato - era noto già da alcuni mesi. Dal punto di vita pratico non vorrei che, sulla base di questo risultato, arrivasse un messaggio stupido: che siamo, cioè, più semplici di quanto pensavamo ed è quindi tutto più facile per la cura e la ricerca. Non è così.

Secondo l'esperto, infatti, ci vorrà un altro anno e mezzo per risolvere la prima importante incognita: "quella sul numero dei geni che ancora non è del tutto sicuro". Nel complesso, comunque, ''si tratta di un ottimo risultato''. ''La ricerca sta andando avanti - ha aggiunto il genetista - ma nessuno si aspetti che presto sia possibile cambiare la vita della gente.

Al giorno d'oggi i farmaci che abbiamo a disposizione mirano a un totale di soli 483 obiettivi biologici. Gli scienziati prevedono che con la mappatura del genoma umano sia possibile aggiungerne altri 5.000 o più. La prospettiva è di trovare farmaci in grado di curare le malattie di origine anche solo in parte genetica più disparate: dal mal di cuore al morbo di Alzheimer, ma anche le malattie mentali e persino l'alcolismo e la tossicodipendenza che, secondo gli scienziati è di natura ereditaria almeno al 50 per cento.

Per dare un'idea dell'impatto che queste scoperte potrebbero avere in campo medico, bisogna tenere presente che nel mondo occidentale, secondo le statistiche attuali, una persona su tre si ammalerà di cancro, e una su cinque morirà per questa malattia. Il tentativo di individuare la ventina di anomalie genetiche che possono essere all'origine di ciascuno dei duecento tipi di cancro che conosciamo è un compito arduo, che però potrebbe essere molto facilitato dalla sequenza genoma umano.

 a cura di E.S.