Conferenza anti-Aids: il primo giorno
Tengono banco le case farmaceutiche

Il presidente sudafricano Thabo Mbeki con George W. Bush
Procedono, non senza ostacoli, i lavori al Palazzo di vetro di New York, dove da lunedì 25 giugno si sta tenendo la Conferenza Mondiale, organizzata dalle Nazioni Unite e dedicata alla lotta all’Aids.

 

Il primo intoppo che ha fatto slittare i lavori della prima giornata fino a notte, è stato causato dagli islamici che si sono dichiarati indignati per la partecipazione al convegno del Gay and Lesbian Human Rights Group di San Francisco, un’associazione per la difesa dei diritti dei gay. Un problema risolto con una mozione presentata dal Canada e appoggiata dalla Svezia che ha ricevuto 62 voti a favore contro nessuno contrario. Ma il contrasto ha infastidito i delegati di molti paesi che si sono astenuti dal voto, accusando le parti in polemica di sminuire la serietà del dibattito.

 

Poi è stata la volta delle grandi aziende farmaceutiche che sono scese in campo sollecitando i privati a mobilitare risorse per la prevenzione e la cura dell’Aids. Un interessamento “obbligato” quello delle multinazionali, ha dichiarato al Palazzo di vetro l'ex ambasciatore americano all'Onu Richard Holbrooke e presidente del Global Business Council on Hiv and Aids, l'associazione internazionale dei privati per la lotta alla malattia.

 

Un’associazione per niente di second’ordine, visto che annovera tra i suoi adepti gruppi del calibro di Coca Cola, Daimler Chrysler, Aol-Time Warner, Calvin Klein, Levi Strauss, Mtv, Polaroid e le case farmaceutiche Bristol Myers Squibb, GlaxoSmithKline e Merck.

 

Queste aziende, ha chiarito il presidente di Mtv International Bill Roedy, seguiranno l'esempio fornito da nomi come Coca Cola e Daimler Chrysler che già la settimana scorsa avevano annunciato speciali piani di assistenza per malati e sieropositivi destinati ai dipendenti in Africa. La Coca Cola, ad esempio distribuirà insieme alle sue bevande anche preservativi gratis. 

A cura di Eugenio Sabatini