PSICOLOGIA
L'ipnotismo e le parole dell'anima
Una tecnica che vuole riappropriarsi della sua dignità

 

E' opinione comune associare il termine psicologia a qualcosa di razionale. La stessa origine del termine, d’altronde, giustifica questa comune abitudine, infatti, “psiche” è una parola che deriva dal greco e significa anima. Tutti, grosso modo, sanno che la psicologia è una scienza che tende a studiare i comportamenti umani, ossia una disciplina che cerca di sintetizzare delle strutturazioni che permettano, al momento opportuno, di approfondire l'essenza della natura umana con la speranza di poterla "guarire".

Grazie a diversi studi del passato, sappiamo che il nostro cervello divide i propri compiti tra i due emisferi: quello destro e quello sinistro. Uno preposto alla razionalità, quindi la logica, la parola, il pensato ecc, l'altro è predisposto, invece, ad assolvere le mansioni “creative”, ossia tutte le rappresentazioni di tipo intuitivo che sconfinano in quella che si è soliti definire arte.

Buona parte della psicologia predilige lavorare sull'emisfero razionale usando tecniche verbali che si pongono l’obiettivo di riorganizzare il vissuto dell'individuo, facendo emergere quelle situazioni traumatiche che, in un secondo momento, saranno depotenziate del loro carico negativo.

Un altra parte della psicologia, invece, impegna il proprio lavoro focalizzandosi essenzialmente sull'immaginativo e sul simbolismo, è questa corrente che si occupa delle tecniche di guarigione di tipo ipnotico come il training autogeno, il rilassamento guidato e l'autoipnosi, che viene anche usato per aumentare la chiarezza mentale, l'intuizione e la cura della patologia.

Un fenomeno, quello dell'ipnosi conosciuto e usato da millenni. Già i sacerdoti greci, egizi e sciamani, amavano dedicarsi a queste tecniche. Per quanto riguarda l’applicazione moderna dell’ipnosi, questa trova le sue radici nella pubblicazione di Mesmer del 1778, il quale, dopo aver studiato le teorie di Paracelso (risalenti al 1500), pubblicò un suo scritto sul "magnetismo animale", in cui riassunse l'essenziale della sua dottrina.

È proprio a Mesmer, insieme a Charcot e Bernheime, la Scuola della Salpetriére e quella di Nancy, che viene attribuito un importantissimo valore storico per quanto riguarda l'elaborazione delle tecniche ipnotiche. Furono, infatti, sue le uniche fonti sull’ipnosi fino al Primo Congresso Internazionale di Ipnotismo Sperimentale e Terapeutico tenutosi a Parigi nell'Agosto 1889.

Lo stesso Sigmund Freud, l’inventore della psicanalisi, affascinato della realtà del fenomeno ipnotico, lo utilizzò per la comprensione dei processi psichici, impiegandolo nella sua pratica come mezzo terapeutico.

Oggi, la tecnica ipnotica sembra si stia riappropriando della sua dignità scientifica, riacquistando una veste ben delineata e professionale che negli anni scorsi aveva perso, vittima del suo errato utilizzo a scopo pubblicitario. Diversi problemi e patologie, sia di origine psicologica che fisiologica, possono trovare una giusta risoluzione con l’ipnotismo. Si tratta di uno sforzo per comprendere la propria anima, che permette, inizialmente, di sviluppare l'apparato mentale e, poi, ad un coordinamento delle facoltà di pensiero efficace.

Ipnosi

    Home                                                                                                      A cura di Paola Felici

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