I disturbi alimentari:  

La Bulimia

   L'elemento  sintomatologico che caratterizza la Bulimia, sono: "le abbuffata", che consistono nell'ingestione di una quantità di cibo sproporzionata al fabbisogno calorico dell'individuo, la crisi bulimica detta anche "abbuffata" è caratterizzata dall'ingestione di una quantità di cibo superiore a quella che altri individui assumerebbero in una situazione simile, come: il pranzo di natale o un pranzo di nozze, che per quanto abbondanti, non rivestono la caratteristica di  abbuffata. Questa grande quantità di cibo, inoltre, viene ingerita in un lasso di tempo breve, inferiore alle due ore, questa ingestione compulsiva di cibo, può essere consumata in luoghi diversi, poiché lo scempio, può avere inizio in un luogo e terminare altrove. I cibi preferiti sono quelli ipercalorici vengono assortiti in maniera disordinata, quasi caotica. L'abbuffata ha termine solo quando la paziente letteralmente non ne può più. In questa patologia, vengono messi in atto i medesimi meccanismi di controllo del peso dell'anoressico che, però non lo fanno mai discendere al di sotto della normalità. Può accadere, che soggetti ammalati in passato di anoressia si ammalino  in un secondo momento di bulimia.
    Quando si ha il sospetto che stia capitando qualcosa di anomalo, è importante rivolgersi rapidamente a specialisti del settore, medici e psicologi, poiche il malato, non è in grado di porre da solo un freno al comportamento patologico. Questo tipo di malattia, trova terreno fertile nell'"equivoco" cibo/affetto, è quindi importante, per i familiari non fare leva sui sentimenti ed essere disponibili ad affrontare con loro il lungo processo del trattamento nel quale anche loro dovranno mettersi in discussione ed affrontare cambiamenti.

    Può essere importante come prevenzione, ridimensionare agli occhi dei giovani l'importanza relativa dell'aspetto esteriore rispetto a valori personali più concreti ed essenziali. Bisognerebbe,  favorire l'espressione delle emozioni e delle opinioni, facendo in modo che il cibo, e gli eventi ad esso correlati,  non assuma significati alternativi e non venga utilizzato per soddisfare esigenze di affetto, come palliativo all'ansia, come unico oggetto di controllo sulla propria vita.

    I disturbi alimentari hanno bisogno per sperare in una risoluzione, di trattamenti lunghi ed articolati in modo multidisciplinare, che comprendono non solo il coinvolgimento del paziente, ma la collaborazione attenta di familiari. La prima fase delicata, sta nel convincere la paziente a collaborare, che per i pazienti bulimici ed anche per gli obesi viene accettato abbastanza facilmente, mentre l'anoressica che rifiuta l'idea di essere ammalate è quasi impossibile, per queste ultime infatti iniziare il trattamento significa prima raggiungere un peso che allontani il rischio di morte. Spesso è necessario ricorre a trattamenti forzati. La farmacologi, riveste una posizione di supporto nell'intervento sui sintomi depressivi, sull'ansia, sulle compulsioni, sull'eccessivo desiderio di mangiare e sulla frequenza delle abbuffate, ma la risoluzione lei sintomi può avvenire solo attraverso la psicoterapia, che consente  di raggiungere una vera e propria consapevolezza di malattia e di allontanare le ricadute una volta raggiunta la guarigione consolidando i risultati ottenuti.

    Le forme di psicoterapia più indicate sono: la psicoterapia "cognitivo comportamentale" che tende al raggiungimento di strategie quotidiane per affrontare i ragionamenti distorti, "la psicoterapia psicodinamica, che va ad individuare le cause della malattia, sia nelle forme individuali che familiari e di gruppo, "l'Ipnoanalisi", che attraverso l'ipnosi, va a ricercare ricostruire e sostituire un comportamento sano dove prima albergava quello malato.

    Se non viene portato a termine, un buon programma terapeutico, e non vengono individuate e risolte le cause psicologiche, il rischio di ricadute di fronte a nuove difficoltà che la vita propone come eventi stressanti  persiste la possibilità che i sintomi legati al comportamento alimentare vengano ripristinati.

A cura di Paola Felici

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