L'attacco di Panico
L'attacco di panico con le sue manifestazioni incentrate sul corpo (sudorazione, tachicardia, senso di soffocamento, ecc.) rappresenta l'espressione di un pericolo imminente, vale a dire che il panico è il campanello d'allarme di questo fantasmatico pericolo, di questa paura invasiva generalizzata di cui non se ne capisce l'origine e tanto meno il motivo. L'informazione fornitaci dagli Organi preposti e dai Mass-Media ci dice che attualmente l'attacco di panico è un sintomo in forte aumento soprattutto nei giovani. Fermo restando che per ogni persona tale sintomo può essere il sostituto, la metafora di un disagio nascosto peculiare, possiamo, alla luce del dilagare di tale sintomo, fare alcune riflessioni generali. Non c'è dubbio che, in questa nostra epoca e nella cultura in cui siamo inseriti, siamo bombardati da un linguaggio niente affatto rassicurante, se vogliamo considerare soltanto i giovani, quest'ultimi vengono ad essere i più esposti a questo tipo di linguaggio, alla luce del fatto che proprio all'interno di questa "giungla" piena di pericoli devono inserirsi per concretizzarsi come soggetti al servizio dei vari ruoli e funzioni, vale a dire come lavoratori, futuri partners, futuri genitori. Vediamo che i tempi di permanenza nell'ambito della famiglia d'origine si sono di molto prolungati, è pur vero che le difficoltà logistiche non vanno sottovalutate, ma anche là dove tali difficoltà non sussistono, i nostri giovani fanno molta fatica a pensarsi autonomi ed ad assumere su loro stessi le responsabilità che l'autonomia stessa comporta. Se l'ambiente esterno viene presentato come pericoloso, incerto, con poche prospettive, parallelamente l'ambito familiare potremo dire che si abitua alla presenza dei figli in casa anche per tempi molto lunghi, giustificata proprio dalle incertezze e difficoltà sociali, ma a voler indagare, senza nulla togliere a queste ragioni reali, concrete, spesso la presenza dei figli consente di coltivare una immaginaria staticità, un limbo al di fuori del tempo che permette di posticipare, per la madre, la fine della sua funzione, e per il padre, un ritardo dell'idea di invecchiamento. Questi inconsci desideri genitoriali hanno un grosso peso su un eventuale desiderio peculiare dei figli, che pur apparentemente critici nei confronti dei genitori ,sentono e vivono con estrema paura fugaci pensieri di autonomia, di distacco. L'attacco di panico, potrebbe allora rappresentare questa duplicità, tra una spinta verso una identità responsabile e la paura delle difficoltà, delle eventuali incapacità ad assumere la stessa.
Negli ultimi dieci anni si sono messe appunto numerose strategie, per far fronte a questo tipo di disagio, sia farmacologiche come gli ansiolitici, che vanno a lavorare sulla parte fisica meccanica dell'uomo, sia psicologiche e psicoterapiche che si concentrano sul rilassamento e la consapevolezza del qui e ora, che vanno a lavorare sulla parte mentale ed emotiva, sia fitoterapiche, come i fiori di Bach che vanno a lavorare sulla parte più sottile e vitale dell'uomo come risonanza, risistemandola in modo globale.
a cura di M.Marcella Cingolani
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