L’ANSIA

“Aspetti normali  e patologici.”

Si sente parlare sempre più spesso di ansia, ma cosa sia in realtà sono pochi a saperlo.

 Iniziamo col dire che l’ansia è una risposta sostanzialmente fisiologica ad una sollecitazione interna o esterna ricevuta dal cervello. Inoltre, non sarebbe concepibile una vita senza ansia. L’ansia entro certi limiti ci aiuta nei compiti quotidiani e le nostre prestazioni grazie ad essa sono migliori e più efficaci. Pertanto se la curva dell’ansia discende troppo, le nostre prestazioni non saranno molto efficienti, e questo perché è come se ci mancasse la “spinta”  per poter assolvere in maniera ottimale al compito. Tuttavia, esiste anche la condizione opposta, ossia quella in cui ci troviamo in una condizione in cui il grado d’ansia è talmente elevato da inibire comportamenti funzionali al nostro scopo. E’ quello che avviene quando siamo in ansia per un esame, o per un colloquio di lavoro; ci sono delle risposte di attivazione fisiologica (accelerazione del battito cardiaco, sudorazione, aumento della respirazione) che vanno ad influenzare la nostra prestazione, sia in modo diretto, che indiretto, agendo anche sui processi cognitivi sottostanti. Quindi come ben si intuisce, ancora una volta la giusta via è nel mezzo. Possiamo porre pertanto agli antipodi due condizioni : un’ ansia fisiologica o normale e un’ ansia patologica. I cambiamenti neurovegetativi che avvengono in entrambi i casi sono gli stessi. Ma allora cosa distingue l’ansia normale da quella patologica?

 La differenza fondamentale tra la normalità e la malattia dell'ansia consiste nella percezione di disagio che proviamo quando siamo di fronte alla tensione, alla preoccupazione, al malessere che avvertiamo nei confronti di una situazione in cui sono assenti stimoli esterni o interni reali di pericolo. Dobbiamo preoccuparci del disturbo d’ansia, quando ci sentiamo eccessivamente  reattivi anche se oggettivamente non c’è nulla di cui preoccuparsi; anche il constatare una serie di segni fisici o psicologici in momenti in cui dovremmo sentirci tranquilli e rilassati, come quando siamo a casa o passeggiamo per le vie del nostro paese è un segnale che qualcosa non va . L’ansia stessa molte volte non è una patologia ma un sintomo, un segnale che va indagato e studiato con attenzione. Infatti la sindrome ansiosa la si riscontra in una moltitudine di patologie, sia psichiche che organiche. Il denominatore comune in tutti i casi è che le manifestazioni ansiose intervengono senza una causa precisa; tuttavia possono essere scatenate anche da avvenimenti esterni (incidenti, situazioni di tensione psicologica, conflitti, shock, delusioni etc.), nel qual caso si parla di ansia reattiva.

Ovviamente tutte le manifestazioni psichiche dell’ansia si traducono in manifestazioni neurovegetative, quali: tachicardia, palpitazioni, algie precordiali, sudorazione, secchezza delle fauci, difficoltà nella respirazione, sensazioni di pesantezza allo stomaco e/o al petto. Tutte queste sensazioni spiacevoli, spesso non sono altro che un’ esacerbazione di un qualche processo iniziato molto tempo prima, spesso nell’adolescenza e mai affrontato. Pertanto la cosa logica e normale è quella di affrontare i problemi quanto prima, pena la cristallizzazione di questi in veri e proprie strutture di personalità molto più difficili da gestire e curare. Una malattia psichica, o anche un disagio psicologico possono col tempo stabilizzarsi ed agire anche sul sistema nervoso, immunitario e cardiovascolare e provocare serie patologie organiche.

 “ Una nevrosi  grave, non è meno pericolosa di una delle più gravi patologie organiche”  S. Freud.

 A cura di Antonio Fabozzi

                                                                                           

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