Sul concetto di Estemporaneità ed Ideazione, ovvero:

Tendenza al coincidere tra idea ed ambiente estemporaneo

(scorrimento estemporaneo della tendenza)

"Dato un insieme in equilibrio, qualunque evento lo colpisce, modifica lo stato di equilibrio che da quel momento in poi diviene tendenza di equilibrio, ovvero tendenza al coincidere".

Il concepimento di un idea, crea dentro la nostra mente, la mancanza di ciò che è stato ideato ed il modello virtuale del progetto da eseguire perché ne raggiunga la realizzazione estetica.

Si virtualizza il percorso e la consequenzialità delle azioni da eseguire perché questo si realizzi.

In successione quasi istantanea, si forma, sempre in virtuale, la traccia comportamentale, delineata come tendenza ad andare verso la risoluzione del progetto, quindi la successione delle azioni da compiere per arrivare al soddisfacimento dell’evento desiderato "ideato".

Mi trovo in un ambiente limitato, e conosciuto, per esempio il mio appartamento e sento il desiderio di bere un bicchiere di latte, la prima cosa che sento, è la mancanza del latte che mi crea l’esigenza di fare un progetto che tenda a soddisfare questa mia mancanza ristabilendo un’equilibrio perso (fisico in questo caso), quindi l’immagine virtuale che si presenta alla mia mente prevede il percorso che debbo fare per andare a prendere il latte che si trova nel frigorifero ed il bicchiere nella credenza, azioni che nel loro esplicarsi non prevedono intromissioni di eventi imprevisti quindi, bastano pochi indizzi che me ne indichino la direzione e la mia idea di bere, coinciderà facilmente con la sua realizzazione.

E’ questo, un comportamento che svolgendosi in un ambiente non estemporaneo, prevede punti di riferimento fissi e nella sua realizzazione, è improbabile che si presentino imprevisti: è quindi facilmente attuato anche senza l’utilizzo della vista. Diverso sarebbe stato lo stesso desiderio avuto mentre mi trovo per strada, in una città che non conosco. Mi trovo in mezzo al traffico, e debbo raggiungere una piazza, dove troverò un bar: conosco il tragitto ho studiato la mappa: i microcomportamenti che debbono essere attuati perché l’idea arrivi a coincidere con la sua realizzazione, sono quì soggetti ad un continuo assestamento, in quanto ogni evento inatteso, interviene a modificare il percorso che essendo estemporaneo, necessita via via di una continua riorganizzazione; quando sono ad un semaforo debbo fermarmi o andare avanti a seconda che questi sia rosso o verde, frenare se un cane mi attraversa la strada, se trovo un corteo debbo cambiare il percorso ed altre situazioni inattese anche senza che l’evento principale, cioè raggiungere la piazza, venga modificato (costruisco dei micro percorsi che tendono a far da spalaneve sul percorso originale).

Ciò che ci permette di avere informazioni "in anteprima" riguardo l’ambiente, è la vista.

Ciò che ci indica cosa stiamo andando ad incontrare, prima di entrarci in contatto, è la vista.

La vista, dà un segnale di riconoscimento di ciò che sta avvenendo fuori dal nostro campo (più in la di ciò che possiamo raggiungere col nostro corpo).

 

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