Formazione dei modelli e costruzione del mondo nell’intelletto di colui divenuto non vedente.

Muovendosi, si entra in contatto con ciò che ci circonda

Toccando si sedimentano in noi i volumi di immagini.

E’ entrando a "contatto" con immagini ed eventi esterni al mio confine corporeo, che si accendono e riappaiono nella mia "mente" cose e spazzi, è quindi l’elemento esterno che da segnali di presenza verso l’interno, ed è sempre l’elemento esterno, che richiama, per risonanza modelli già sedimentati. Questi elementi esterni, fanno parte della memoria in quanto affinché la ricostruzione di quell’oggetto o evento possa esplicarsi, abbisogna del contributo di ciò che è fuori, "un biunivoco con esso".

La mente, comprende, al suo interno, un’anbiente che possiamo, definire come "antenna", il quale, quando viene perturbato dagli eventi, fa emergere una o l’altra scena.

Man mano che aumentano i livelli astratti, il discorso cambia, il contributo esterno viene "attivato" dall’interno (ri-chiamare eventi, senza il bisogno di stimoli esterni, ciò che definiamo "immaginazione").

Colui divenuto non vedente, possiede i modelli mnesici, di chi ha imparato a muoversi utilizzando come radar la vista: quindi con prospettive, distanze e dimensioni sedimentate per essere richiamate da quel tipo specifico di radar quindi, due linee parallele (per esempio i binari del treno) verranno ricostruite immaginativamente in prospettiva, come un triangolo senza base, ed ancora, nella ricostruzione virtuale di una casa in una fattoria il tutto della dimensione di un metro, non ci viene in mente che sia la casa di Biancaneve, ma, l’esperienza fatta attraverso la vista ci informa che ci troviamo ad una certa distanza da essa.

I modelli, costruiti nella mente del non vedente da sempre, sono il risultato dell’interazione tra tatto, udito olfatto, le possiamo definire attuali "di dimensione reale", in quanto non vengono associati con l’esperienza visiva, non esiste quindi nè la distanza, nè la profondità, nè altri assestamenti che provengono da questa, basta pensare alle figure distorte, studiate dalla psicologia della percezione, nel n.v. da sempre, non è prevista la possibilità di una tale distorsione.

E’ come se: avendo a disposizione dei frammenti, (che sono le interazioni sensoriali, usate come i tasselli di un mosaico) li organizziamo accorpandoli e separandoli ogni volta ed "etichettandoli" in modo da riconoscere (per risonanza) ciò che andiamo incontrando; all’improvviso ciò che indicava un qualcosa, non ne è più adatto, bisogna ri-organizzare i frammenti in modo diverso, tenendo conto di un numero minore di parametri, "nel caso specifico tattili uditivi olfattivi termici".

Nella persona divenuta non vedente, coesisteranno due diversi tipi di modelli: quelli vecchi, basati su parametri essenzialmente visivi, che però non possono più essere totalmente vissuti (è come avere un grammofono passato di moda che non può più essere aggiornato, si può usufruire solo della vecchia raccolta posseduta) ma solo richiamati come livelli astratti che fanno parte del "ricordo-immaginazione" e dei nuovi che terranno conto solo di ambienti ed oggetti "a portata di mano".,

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