BUIO DAGLI OCCHI

LUCE SULLA PELLE

 

RICERCA SPERIMENTALE

Di psicologia che intende capire le possibilità ed i limiti dell’utilizzo di un'apparecchiatura per non vedenti che utilizza il senso del tatto a distanza come sostituto del senso della vista permettendo di percepire gli oggetti distanti dallo spazio.

In questa parte della descrizione, limiterò i racconti alla sperimentazione personale, cioè elaborata attuata e descritta da me.

(lavoro elaborato tra il -1996 ed il-1999)

la ricerca è strutturata e sperimentata dall'E.N.E.A di FRASCATI reparto INN-RINN

relatore/sperimentatore Dott Paola Felici Psicologo Psicoterapeuta

parte 1

  • OBIETTIVI DELLA STESURA DI QUESTO MANOSCRITTO SONO:
  • DESCRIVERE CHE COSA E’ LA VISTA DA UN PUNTO DI VISTA E COME SI COSTRUISCONO GLI AMBIENTI E GLI SPAZZI NELLA MENTE.
  • CAPIRE E DESCRIVERE LA CULTURA DA TRASFERIRE AL NON VEDENTE NEL SUO INTERAGIRE CON L'AMBIENTE CON L'AUSILIO DI QUESTO NUOVO 'SUPPORTO'
  • DI TROVARE LE RISPOSTE ALLE "SENSAZIONI" NUOVE CHE ANDRA’ VIA VIA SPERIMENTANDO IN MODO CHE QUESTE SIANO VISSUTE IN MODO NATURALMENTE SENZA CREARE TRAUMI.
  • DI FORNIRE A CHI ACCOMPAGNI IL NON VEDENTE IN QUESTO PERCORSO LE ABILITA NECESSARIE AD AFFRONTARE IN MODO DINAMICAMENTE COMPETENTE LE SITUAZIONI CHE GLI SI PRESENTERANNO DURANTE QUESTA NUOVA AVVENTURA CHE VA AD INTRAPRENDERE.

Introduzione 

Noi nell'ambiente

Per possedere nella nostra mente il mondo delle cose che ci circonda, i loro messaggi devono essere passati attraverso le "porte" dei nostri sensi.

Attraverso esse ci giungono i messaggi luminosi dalle cose lontane; attraverso esse la concretezza degli oggetti toccati.

Attraverso le esperienze di interazione ambientale, nella memoria di ognuno è ricostruito virtualmente l’ambiente sia nel globale che nel particolare.

Per essere costruite nella memoria, le immagini "esperienze" devono passare attraverso gli organi di senso "tatto udito vista etc."

Attraverso questi sensori le immagini vengono tradotte e sintetizzate arrivano al cervello , ricostruendo nella memoria la scena visitate in modo virtuale.

Nell’occhio vi sono dei sensori specializzati per sintetizzare le immagini ed inviarle sotto forma di segnale al cervello che le elabora e le riproduce virtualmente, questa funzione è svolta dal sottoretina.

Anche attraverso il tatto vengono ricostruite e fissate immagini nella memoria.

Ognuno di noi è in grado di immaginare (virtualizzare) gli ambienti conosciuti e frequentati anche trovandosi lontano da essi.

Quando mi trovo al buio nella mia stanza, sono in grado, solo toccando con qualsiasi piccola parte del corpo un qualsiasi oggetto di ricostruire nella memoria la posizione e la direzione in cui mi trovo.

Con questo presupposto si intende sperimentare visios, il quale attraverso una telecamera posta su una montatura di occhiali, visualizza le immagini  che vengono  inviate ad una scheda elettronica la quale in questo caso fà la funzione del sottoretina, sintetizzando l’immagine e riproducendola in tempo reale solo nei suoi contorni: questa immagine così sintetizzata viene inviata ad un tappetino di aghi vibranti posto sulla pancia che permette di percepire come impronta il contorno di ciò che si presenta alla telecamera. questa trasformazione in impronta,  attraverso la pelle, raggiunge la mente, producendo l’associazione ed il richiamo dell’intero ambiente ideale di cui fa parte, permettendo quindi di muoversi in esso.

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